Madre, della mia vita, mi cammini vicino,
la tua mano mi guida e mi vede, suo re.
Regina, di un grande regno, hai cucito vestiti
di speranze e illusioni vissute, da me.
Lo sguardo tuo, sulle mie spalle,
è quello che mi rimane di te,
i tuoi umili affanni, col passare degli anni sai,
han dato a me, ciò che amo di più.
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Onore, alle tue mani che comandano al vino,
son padrone del fuoco e del pane, di me.
Onore, per i tuoi piedi che han ballato una vita,
con due vecchie ciabatte scucite e vecchie scope.
A un gesto tuo, ad un richiamo,
creato dalla tua mano che sa il dio della dispensa
con enorme pazienza, sì,
le porte sue, schiudeva con doni per me.
Madre, tu sei signora, di balconi e di fiori
e conosci i gelosi segreti delle mie stanze.